Matera 4 – 5 Aprile 2019
Il comfort ambientale tra innovazione e tradizione: sinergie necessarie
di Virginia Rossini[1]
La realtà italiana, come noto, è contraddistinta da diffuso degrado ed incuria, sia in termini ambientali che sociali e abitativi, bisognosa di azioni atte a rigenerare non solo l’aspetto materiale dei problemi, ma ancor prima quello culturale.
A fronte di ciò, si va sempre più sviluppando la ricerca in ambito scientifico, tecnico e tecnologico in particolare nel settore dei beni culturali, per offrire nuove soluzioni, finalizzate a dare risposte adeguate alle esigenze di salubrità, sicurezza e benessere del patrimonio costruito ed ambientale attuale.
In attesa di una politica sempre più opportuna a rigenerare il sistema Paese sotto le varie declinazioni, attraverso azioni di ricerca, sperimentazione, che siano strumenti di sviluppo tecnico scientifico oltre che un volano di economia, risulta indispensabile mettere l’accento su una delle principali problematiche riguardante la metodologia di approccio alla tematica ambientale.
Il metodo per rendere sostenibile la qualità della vita dei cittadini sarebbe innanzitutto quello di ridare centralità ed organicità al Progetto e alla ricerca, e basarsi su strategie efficaci e condivise con gli attori della pianificazione e realizzazione degli interventi e la loro relativa informazione sui risultati.
Il nostro Patrimonio Storico, tra i più pregiati e ad alta diffusione sul territorio, necessita di conservazione, tutela e valorizzazione di qualità ed efficacia. Seppure sia difficile coniugare i tessuti storici e relative abitazioni con le esigenze di vita attuali, in prospettiva delle generazioni future, rendere sostenibile il nostro Patrimonio Storico offrirebbe una migliore qualità al territorio, ma, soprattutto, alla vita quotidiana dei cittadini nel rispetto della loro storia e, quindi, della loro identità.
Nel campo della conservazione, in ambito universitario, professionale e imprenditoriale, negli ultimi decenni si sta definendo, con maggiore cognizione, un corretto percorso progettuale per ottenere i migliori risultati negli interventi del restauro architettonico, e sempre più si avverte la consapevolezza di adottare la prevenzione, come già espresso nel Codice Urbani[2], come principale strumento di tutela.
Il risultato di ancora troppi interventi di manutenzione, restauro e riuso di edifici storici e vincolati suscita notevoli perplessità a causa della realizzazione di nuovi impianti tecnologici, e dell’adozione di pratiche di restauro risultate successivamente inefficaci ai fini del recupero del bene, se non, addirittura, dannose per la conservazione delle strutture murarie e/o delle superfici, a causa dell’uso incontrollato e/o improprio di tecniche costruttive incompatibili con quelle originarie, di componenti chimici non sufficientemente sperimentati, o di applicazione di metodiche scientifiche non sufficientemente opportune. In particolare, riguardo il settore impiantistico, si avverte una sempre maggiore conoscenza della sua produzione, in grado di soddisfare le esigenze funzionali con l’installazione di impianti efficaci e poco invasivi, ma anche di produrre, a volte, effetti negativi sul costruito storico e contemporaneo.
Considerando, specificatamente, il fenomeno dell’umidità, in quanto uno dei principali motivi di degrado dei manufatti, si rileva come il relativo risanamento è determinato da tecniche spesso invasive per i manufatti su cui intervenire, in particolare per l’umidità di risalita. A tale proposito, si riscontra attualmente un ricco scenario di soluzioni innovative di deumidificazione, caratterizzate dalla loro non invasività, peculiarità essenziale nella tutela del Patrimonio storico vincolato.
La scarsa conoscenza approfondita del settore impiantistico, in particolare di tali recenti metodi di deumidificazione, ormai largamente prodotti con varie metodologie scientifiche, a volte però produce interventi inefficaci se non addirittura controproducenti.
Pertanto, risulta indispensabile indicare un approccio culturale corretto riguardo la conoscenza e l’applicazione delle metodiche innovative suddette.
Al fine di approfondire la consapevolezza di tale problematica, risulterebbe opportuno ed efficace ampliare il confronto con una pluralità di soggetti per suscitare riflessioni e risposte da parte degli operatori, dei docenti di restauro e dei produttori di impianti tecnici, nonché dei professionisti.
A tale riguardo, sempre più si sente l’esigenza di ragionare in chiave sistemica nel perseguire l’obiettivo indispensabile comune, quale quello di promuovere la cultura del comfort ambientale ed in particolare del concetto di casa salubre, e, nel contempo, di offrire un sostanziale contributo alla ricerca di garanzia di efficacia nell’attuale panoramica di strumenti di tutela del nostro patrimonio architettonico storico artistico, nel suo adeguamento alle suddette esigenze.
A tale scopo, sarebbe opportuno creare una rete fattiva tra istituzioni governative e territoriali per il miglioramento di normative e buone prassi per la realizzazione di interventi efficaci ed entrare in sinergia con la società civile, che, attraverso quelle associazioni preposte per statuto alla diffusione formativa ed informativa di specifiche tematiche ambientali e architettoniche, possa coadiuvare il lavoro dei professionisti e sensibilizzare maggiormente la relativa committenza.
Con tale obiettivo, negli anni precedenti, l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia, attraverso il Dipartimento dei Beni Culturali, presieduto dalla sottoscritta, in più occasioni, ha stimolato dibattiti in proposito, ed è per questo che ha scelto di promuovere una specifica tematica, troppo accantonata nello scenario progettuale, quale quella dell’impiantistica, così determinante per la realizzazione di un efficace comfort ambientale, che ha voluto sottolineare e valorizzare, grazie a ricerche, convegni, pubblicazioni e l’istituzione del Premio “Hassan Fathy”, per verificarne e incoraggiare le relative buone prassi, con la collaborazione di importanti istituzioni, quali l’Università La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre, l’ENEA, il MIBACT[3], l’ACER, la CNA-Settore Restauri, l’Unindustria e le associazioni AICARR e ARCo, sotto il patrocinio dell’ICCROM.
Inoltre, nell’ambito del settore particolarmente sensibile per la realizzazione di un efficace comfort ambientale, quale quello preposto alla risoluzione dei vari tipi di umidità, che costituiscono una delle principali cause di deterioramento del Patrimonio Storico e della sua relativa insalubrità, il suddetto Dipartimento ha, a suo tempo, sia tenuto seminari, in cui sono intervenuti gli stessi soggetti qui presenti, presentando la metodica scientifica, cuore di questo Convegno di Matera, risultata efficace, sia corsi di approfondimento nella materia, sia siglato una Convenzione con il Politecnico di Milano, l’Università Sapienza di Roma, l’Università del Salento, il MIBACT[4], al fine di mettere a punto “un protocollo finalizzato a standardizzare i sistemi e i controlli necessari alla verifica dell’efficacia dei metodi di risanamento dall’umidità nelle strutture murarie di valore storico artistico sottoposte a vincolo, mediante sistemi di deumidificazione non invasivi, e la successiva stesura delle modalità di una prima sperimentazione”.
Tuttavia, a seguito delle elezioni dell’OAR[5], non si sono conclusi i lavori di detta esperienza, che, comunque, ha rappresentato una rilevante occasione di metodologia al riguardo. Fortunatamente, non è risultato un caso isolato, come si vede in questo Convegno, che presenta un rilevante esempio concreto di ricerca e sinergie ad alti livelli.
Alla luce di quanto detto, al fine di offrire un diffuso ed efficace comfort ambientale, occorrerebbero, quindi, sì applicare nuove soluzioni alle problematiche specifiche, ma, sempre a condizione che la relativa applicazione sia preceduta inevitabilmente da un’ampia storia di esperienze e controlli degli stessi, a garanzia di efficacia e sicurezza.
Pertanto, risultano importanti i convegni, quale questo di Matera, ed ancora di più la ricerca e la sperimentazione che lo precede, sia per offrire un sostanziale contributo alla ricerca di nuove risoluzioni per sanare i fenomeni di umidità capillare di risalita, con un metodo che potrebbe rivoluzionare positivamente una tematica così importante nell’ambito del restauro; sia per promuovere e comunicare gli studi e i relativi risultati riguardo una materia essenziale per l’affermazione della cultura del comfort ambientale.
A tale proposito, risulta sensibile e significativa la scelta nel programma di questo Convegno di invitare la società civile, che, specificatamente, rappresento con l’associazione che ho istituito, e che, per statuto, ha tra gli obiettivi il diffondere la cultura del benessere ambientale. La sinergia con il mondo associazionistico garantisce l’opportuno ed efficace diffondersi della tematica, presso non solo gli addetti ai lavori, ma anche verso quei cittadini, futuri committenti, contribuendo a promuovere nel merito un approccio culturale globale
[1] Architetto – Già Vicepresidente Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia – Fondatrice e Presidente Associazione A.B.A.C.O. , acronimo di Ambiente Benessere Architettura Cultura Opportunità
[2] Dlgs. N° 42/2004, art. 29
[3] Attuale MIBAC
[4] Attuale MIBAC
[5] L’OAR è acronimo di Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia – Si fa presente che, per regolamento, la scrivente non si è potuta candidare alle elezioni del 2017, in quanto già eletta tre volte consecutivamente.