Nuovo convegno di A.B.A.C.O. su di un tema ancora troppo poco conosciuto e non abbastanza coinvolgente l’opinione pubblica, quale l’Architettura Contemporanea.
I contesti urbani italiani attuali sono caratterizzati principalmente da un costruito sostanzialmente suddiviso tra quello soggetto a tutela, secondo il Codice dei Beni Culturali, e quello non ricadente in tale categoria, nel quale tuttavia è possibile individuare una edilizia cosiddetta storica.
L’architettura contemporanea invece non è particolarmente diffusa nella gran parte delle città italiane, se non in alcuni episodi, seppur virtuosi, non costituenti tuttavia una presenza sistematica nel contesto storico con cui dialogare. Pertanto, sembrerebbe un tema ancora lontano dal riconoscimento del suo valore e conseguentemente normato e tutelato in maniera idonea.
Il complesso tema della salvaguardia del patrimonio storico artistico archeologico architettonico si basa sull’apposizione di vincoli, come indicato nel Codice dei Beni Culturali, che producono effetti positivi sul valore generale del bene, certificandone l’autenticità e l’importanza, fornendo quindi un’opportunità inequivocabile di tutela.
Da qui risulta ancora più evidente quanto possa risultare in secondo piano il tema della salvaguardia dell’architettura contemporanea, e di un relativo sistema di tutela.
Finora, l’aspetto normativo al riguardo si incentra primariamente sul periodo temporale di costruzione e sul principio del diritto d’autore, che però è un diritto morale da ottemperare col diritto di proprietà. Ben lontano quindi dal concetto di diritto pubblico.
Nondimeno sarebbe auspicabile uscire dall’ottica dei tecnicismi giuridici per entrare in un’ottica culturale generale che riconosca in primis il valore dell’architettura contemporanea. Un sistema valoriale pubblico, condiviso con i cittadini e le istituzioni, potrebbe infatti assicurarne la tutela. Come anche la conservazione, che è a rischio per molte cause, tra cui il deterioramento dei materiali, adeguamenti e aggiornamenti impiantistici e tecnologici, cambi di destinazioni d’uso.
Auspicabile, inoltre è la valorizzazione dell’architettura contemporanea, e la relativa comunicazione, spesso affidata a soli begli articoli su riviste prestigiose. Sperabile sarebbe una visione strategica, che veda maggior coinvolgimento del pubblico, atta a fare assimilare il valore architettonico e stimolare i cittadini ad identificarsi nelle nuove testimonianze, come potenziali elementi di riqualificazioni di parti di città, ai fini del miglioramento del benessere sociale. Il convegno intende quindi contribuire alla comprensione collettiva del valore dell’architettura contemporanea, della sua tutela, valorizzazione e comunicazione, con la presenza di alti rappresentanti accademici, istituzionali e di studi professionali, auspicando un apporto alla conoscenza, alla dialettica tra cittadini e soggetti pubblici ed alla promozione della competenza.